Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)
Le ossessioni che si riscontrano con maggiore frequenza sono dei pensieri che riguardano la contaminazione tramite strette di mano (molto ricorrente nello scambio della pace alla messa domenicale), o nei casi più gravi addirittura solo tramite contatto oculare, oppure delle necessità di mantenere tutti gli oggetti in un certo ordine, fissazioni ossessive che costringono a compulsioni imbarazzanti (come per esempio la compulsione a fissare la zona degli organi genitali delle persone, a volte c’è anche la paura di averli toccati), ma soprattutto dubbi ripetitivi che portano i soggetti a domandarsi se hanno chiuso il gas, se si è lasciata la porta aperta, fino ad arrivare a pensare di aver causato incidenti mortali senza essersene resi conto (leggi articolo La paura di aver investito qualcuno). A volte sono presenti dubbi riguardo la possibilità di fare del male a qualcuno, la paura di uccidere, immagini intrusive riguardo la paura di strozzare o di soffocare qualcuno e la paura si trasforma nell’ossessione di poter essere capace di tali orribili atti: più si cerca di cacciare le immagini, più esse tornano. La persona che ha questi dubbi prova una forte ansia tale da poterla portare a creare dei rituali di controllo che, sebbene partano da pensieri razionali, perdono ogni tipo di ragionevolezza nella loro messa in atto. Ciò significa che si vengono a creare dei veri e propri rituali compulsivi alquanto bizzarri che hanno il ruolo di placare l’ansia creata dal dubbio tramite il controllo, come ad esempio controllare il rubinetto del gas un numero particolare di volte tornando indietro sui propri passi più e più volte, ripetere formule toccando ripetutamente dei punti particolari, fare dei movimenti precisi, manie di cancellare, di scrivere tutto quello che si legge, fino a giungere a compiere azioni che poco hanno a che vedere con il bisogno di risolvere il dubbio iniziale.
I rituali che servono a riparare ciò che si crede sia accaduto vengono chiamati “rituali riparatori” e possono essere numerabili (es. mi lavo le mani 3 volte perché mi sono contagiato) o a sensazione (mi lavo le mani un numero di volte variabile che basti a darmi la sensazione di essere al sicuro dal pericolo di essermi contagiato); gli stessi rituali possono essere anche utilizzati per prevenire qualche evento o situazione temuti (ad es. controllo fornelli e rubinetti per evitare perdite), in questo caso siamo di fronte a “rituali preventivi”, o possono essere attuati affinché si avveri qualcosa che si desidera, i “rituali propiziatori”. Il rituale può essere anche “magico” quando si esegue un rituale al quale si attribuisce il potere di influenzare l’andamento della realtà. Il contenuto dei rituali varia a seconda delle credenze dell’individuo e dell’idiosincrasia culturale, pertanto può essere “razionale”, come il lavarsi se si crede di essere sporchi, o più “magico”, come scongiuri per malocchi, e la loro messa in atto necessita talvolta di molto tempo.
La grande varietà dei contenuti ossessivi si può suddividere in compulsioni mentali, rassicurazioni, precauzioni e dubbi. Le compulsioni mentali sono dei rituali che non prevedono azioni, bensì pensieri strutturati in rituali quali preghiere, conteggi, ripetizioni mentali di parole fino ad arrivare a vere e proprie filastrocche da ripetere svariate volte per il terrore di aver tralasciato un verso o una parola e averne invalidato il potere magico. Talvolta consistono in parole da ripetere mentalmente in presenza di un particolare stimolo esterno o possono ricoprire anche il ruolo di stimolo ansiogeno da combattere con un altro rituale: siccome è venuta in mente una parola o un pensiero negativo, allora si inventano rituali per annullarne il potere maligno (creato in realtà dagli stessi rituali per combatterlo). Spesso consistono in conteggi di targhe di automobili, le quali poi vengono classificate in “buone” e “cattive” in base ai numeri e alle lettere presenti, fino ad espandere il potere al tipo di automobile, al modello o all’anno di immatricolazione.
Spesso capita di sentire i familiari degli ossessivi che si lamentano di continue domande poste loro dalle persone che soffrono di tale disturbo: “Ho toccato quella mensola, passando? Sono sporco dietro? Ho preso in mano quell’oggetto ieri? Come ho detto quella frase? Avrò utilizzato le parole giuste? Ho capito bene quello che ha detto? Ripetimelo!”. È il caso della richiesta di rassicurazioni. La richiesta di rassicurazioni è un’altra caratteristica dei disturbi di matrice ossessiva poiché, provenendo da un’altra persona che non si ritiene malata, la rassicurazione ha un potere doppio, finché non si inizia a dubitare della legittimità del ruolo o delle competenze di chi rassicura, nonché della sua buona fede. Ma la cosa più impressionante è che talvolta i familiari si vedono costretti ad assistere ai rituali per assicurarne la giusta condotta, diventando così una sorta di “partner ossessivi” e alimentando il mantenimento del sistema disfunzionale.
L’invischiamento di fobie, dubbi, impulsi aggressivi, pensieri magici, riti, rituali e compulsioni, fissazioni ossessive, in lotta con una volontà di cessare di averne, crea uno sdoppiamento di personalità che, se rafforzato dal potere degli psicofarmaci, si avvicina molto al mito del “disturbo di personalità multipla” che tanto fa discutere ma che nessuno sa descrivere in maniera precisa, il che spinge numerosi specialisti a diagnosticare una psicosi o un disturbo dell’umore, in genere di tipo bipolare. Lo sforzo della parte che combatte le ossessioni può essere paragonata alla condanna di Sisifo: spingere dalla base alla cima di un monte un masso che, ogni volta, rotola nuovamente al punto di partenza.
Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo è la punta di diamante della psicoterapia breve strategica e il protocollo strutturato per questa patologia è stato esportato in tutto il mondo riscontrando risultati eccellenti anche in culture diverse dalla nostra. Chi è interessato ad approfondire l’argomento può consultare anche i miei articoli:
l’ossessione di farsela addosso
gli effetti collaterali del controllo
il dubbio e la paura di aver investito qualcuno
Bibliografia
Nardone G., Portelli C., Ossessioni, compulsioni, manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie, 2013
Nardone G., Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Milano: TEA
Nardone G., De Santis G., Cogito ergo soffro. Milano: Ponte alle Grazie, 2011
Dr. Giulio De Santis
Psicologo – Psicoterapeuta – Specialista in
PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA
Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone
riceve a: Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto
Tel. 3333763710 e-mail: desantisgiulio@gmail.com