L’Amore ai tempi del #coronavirus

Mai come ora rimango nauseato dalla quantità di banalità che sento e leggo online riguardo la riscoperta del contatto e il concetto di distanza, come se prima del coronavirus tutti facessero una vita piena solo di finti aperitivi e di inutili futilità. La gente sembra catapultata negli anni sessanta e riscoprire i concetti di vero Amore, pare che  fino ad ora tutti si stessero solo “accontentando” delle proprie relazioni. Chissà se, una volta finito tutto, si imparerà davvero qualcosa da quest’esperienza? Ho i miei dubbi. L’intenzione era quella di scrivere un articolo leggero, una rassegna dei comportamenti degli innamorati in questo periodo di lontananza forzata, poi mi sono ricordato che qualcuno lo aveva già fatto prima di me, ed eccomi qui, sulle note di Love of my life dei Queen, a riportare le vicende delle coppie storiche della letteratura ai giorni nostri. Il mio lavoro mi permette di spiare non solo all’interno del vissuto delle persone, ma anche delle loro case, il che mi invoglia a fare qualche considerazione riguardo quello che sta accadendo in questi giorni a coniugi, fidanzati ed amanti. Quale modo migliore di farlo se non attraversando gli archetipi delle coppie più famose e quello che ci hanno insegnato?

Nulla di nuovo sotto questo cielo, se non il dimenticato”

Satojana.

Renzo e Lucia

Il motto della loro storia può essere estremamente sintetizzato con la frase “se vuoi dividere unisci, se vuoi unire dividi”. I promessi sposi sono promessi fin dall’inizio del romanzo e sono paragonabili a tutte quelle persone che in questo momento sono innamorate e divise da una situazione della quale non ci è dato conoscere la fine. Sono persone che hanno dei progetti, che devono programmare, organizzare, che sono all’inizio della realizzazione di un sogno lungo tutto una vita (in teoria), che magari sono in mezzo a conti, bomboniere, tavolini, musica, fotografi, regali, location, insomma, quel mondo dove il tempo sembra rimanere sospeso e che fa trattenere il fiato (non solo per il vestito), quel mondo in cui ogni cosa deve andare al suo posto ed ora invece no, arriva Don Rodrigo con i bravi, l’Innominato e il coronavirus a guastare la festa. Tutto questo li fortificherà e li renderà più bramosi della loro unione! Non è un mistero che le coppie che durano sono quelle che hanno problemi da risolvere poiché i problemi uniscono… nel frattempo l’importante è continuare a sognare!

Lancillotto e Ginevra

Solo chi ama possiede un cuore nobile! Nella perversione il dolore e il piacere si uniscono, la coppia simbolo dell’amor cortese, adultero per definizione, pone l’accento sulle ambivalenze tra eros e spirito, angoscia e gioia. L’amore trasgressivo di un cavaliere che si innamora della consorte del suo re, la donna diventa irraggiungibile e lui si sottomette a lei rimanendone tormentato, il pericolo di essere scoperto non fa altro che aumentare il piacere. La storia rispecchia il comportamento di tutti gli uomini che, soli e sconsolati, stanno corteggiando quelle donne impossibili (e impegnate) che godono nel sentirsi adorate come se fossero spiriti divini, che vivono delle attenzioni dei loro mariti e degli altri spasimanti. A fine pandemia tutti i pretendenti torneranno soli e la nostra Ginevra forse ne sceglierà uno per divertirsi ancora un po’…

Romeo e Giulietta

L’amore perfetto, ma che ha la società contro. Quelli che lo stanno vivendo sono tenuti insieme proprio dal tentativo della società di dividerli, sono quelle coppie che i genitori vogliono boicottare, quelle che non possono esistere, in genere le rispettive famiglie si sono già scontrate e hanno già smesso di parlarsi da anni, vedono l’unione dei figli come un marchio a fuoco che sarà indelebile una volta impresso. La tragedia, in quanto tale, non finisce bene, ma ai tempi del coronavirus si possono trasformare in perfetti Renzi e Lucie, almeno per un po’… la differenza tra un finale e l’altro è data solo da quanto slancio c’era prima della divisione poiché, come insegna Francois de la Rouchefoucald “l’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta quelle grandi”.

Amore e Psiche

Talvolta è meglio tacere le curiosità ed affidarsi all’ignoto o scoprire la verità e accettarne le conseguenze? Venere per invidia manda suo figlio Eros (Cupido), dio dell’Amore, a punire Psiche, mortale fanciulla dalla bellezza paragonabile alla dea. Il piano era di utilizzare la famosa freccia dell’amore per farla innamorare dell’uomo più brutto a avaro della Terra, così da ricoprirla di vergogna per aver osato essere così bella e benvoluta. Purtroppo Eros sbaglia mira e colpisce il suo stesso piede, i due si innamorano e lui si concede a lei a patto di consumare l’amore al buio per non farsi riconoscere. Ma la curiosità è donna e lei si lascia convincere dalle sorelle a svelare il volto del misterioso amante, Eros se ne accorge e se ne va. Vale la pena scoprire le fantasie perverse del partner per conoscerlo meglio mettendo a rischio una storia, o è meglio tacere e godersela? La storia alla fine premia Psiche, dato che riesce a riconquistare di nuovo il dio e a diventare essa stessa una dea, ma nel mondo terreno siamo sicuri che andrebbe a finire allo stesso modo? In Cina, a quanto pare, le separazioni sono aumentate vertiginosamente dopo la quarantena: a buon intenditor…

Orfeo e Euridice

Lui incantatore di anime attraverso l’arte della musica, lei una ninfa, si sposano felicemente. I guai iniziano quando un giorno Euridice, molestata nel bosco da Aristeo, nel tentativo di fuggire viene morsa da un serpente e muore. Orfeo, pur di riprendersela, scende nell’Oltretomba, si guadagna il passaggio incantando tutti i governatori dei morti con la sua lira (lo strumento musicale, certo!) e li convince a restituirgli Euridice ad una condizione: nel tornare indietro non si sarebbe mai dovuto voltare per guardarla o per parlarle, nemmeno per un attimo. Non ce la fa, si volta e Euridice scompare per sempre. Ah, quante coppie sarebbero ancora insieme se avessero evitato di parlare di quello che provano l’uno per l’altra! Purtroppo molte persone in questo periodo lo stanno facendo, persuase dal fatto che la situazione possa fornire una buona occasione per parlare dei sentimenti più profondi, si lasciano andare in interminabili panegirici emotivi. Il secondo assioma della pragmatica della comunicazione umana di Paul Watzlawick ci insegna che le relazioni parlano il linguaggio delle relazioni e che ogni tentativo di spiegare una relazione porta inevitabilmente a contraddizioni e paradossi. Le sensazioni si chiamano sensazioni perché si sentono, non si spiegano né si capiscono. Immaginate di essere con il vostro partner davanti ad uno splendido tramonto di un arancione infuocato, una piacevole brezza vi accarezza il viso, un brivido parte lungo la schiena e arriva su fino al petto, scaldandovi il cuore già palpitante, gli occhi si illuminano e incontrano gli occhi dell’altro un attimo prima di stringervi in un rassicurante abbraccio e scambiarvi un dolce bacio tremante. C’è proprio bisogno di girarvi come Orfeo per dire quello che sentite?

Ulisse e Penelope

Penelope, donna dotata di grande pazienza e infiammata da un sentimento immenso nei confronti del suo amato Ulisse, lo aspetta incessantemente facendo e disfacendo una tela, unico modo per posticipare la risposta da dare ai proci, ai quali aveva promesso di scegliere il proprio marito al termine del lavoro. Sono quelle donne che, come già illustrato in uno dei copioni del libro “Gli errori delle donne in amore” (G. Nardone, 2010),  nella vita sono vincenti e capaci ma che si innamorano di un uomo impegnato e che spesso ha già una famiglia. Se prima queste donne aspettavano come Penelope il ritorno del loro amato, adesso sono in balìa della loro più fervida immaginazione: da un lato si disperano pensandolo sempre con la famiglia e disegnando nella loro mente quadretti romantici degni di un romanzo Harmony, dall’altro pregano affinché la situazione di costrizione all’interno delle mura domestiche faccia degenerare gli equilibri già precari della coppia, spingendo l’uomo alla fuga definitiva dal tetto coniugale. Purtroppo, sia in un caso che nell’altro, la trappola in cui cadono è sempre la stessa, quella di rendersi sempre e comunque disponibili a tutto: invece di aspettare come Penelope, dovrebbero imparare a far sentire all’altro la paura di perdere l’occasione della sua vita e che l’unico modo per averle è quello di correre il rischio di lasciare l’altra.

Dante e Beatrice

Tanto gentile e tanto onesta pare…”

Con somma fatica mi accingo a descrivere l’ultima coppia che ho scelto per rappresentare una dinamica responsabile dell’annientamento del concetto di virilità, l’amore platonico, quello fine a se stesso, quello che non si realizza mai, quello che dovrebbe rappresentare solo una fase della vita pre adolescenziale (si spera) di molti uomini e che spesso è responsabile della loro futura misoginia. La storia la conosciamo tutti, Beatrice che è tutto e non è niente, la mette nel paradiso, ma anche nel purgatorio e nell’inferno, la donna che perde l’aspetto fisico e diventa guida spirituale, che lo fa soffrire ma senza la quale non può gioire, l’amore puro poiché mai consumato. Ebbene sì, ci sono ancora uomini che rincorrono la donna come se fosse una divinità, che distruggono la loro dignità ai piedi di una figura femminile idealizzata che non tarderà a calpestare neanche quel briciolo di amor proprio rimasto. Per compensare chissà quale trauma non risolto di lei, o per semplice masochismo, o per noia, non ci è dato sapere, ma il maschio-zerbino cercherà qualsiasi scusa pur di vederla anche solo per un attimo a fare la spesa con mascherina e guanti al supermercato sotto casa (di lei ovviamente). Consiglio: occhio a non invitare le vegetariane al banco dei salumi!

Dr. Giulio De Santis

PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA

Specialista in

PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA

Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone

Coordinatore CTS – Bologna

riceve a Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto (AP)

Tel.: 3333763710 e-mail:desantisgiulio@gmail.com

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