Non solo ossessioni. La matrice ossessiva nelle patologie cliniche di Giulio De Santis – Psicologo Milano – Bologna – San Benedetto del Tronto

mental-1389919_1280Altre patologie di matrice ossessiva

Il disturbo ossessivo compulsivo può costringere le persone ad evitare le situazioni in cui potrebbero avere dei problemi e trasformarsi in una fobia specifica; la fobia si può espandere fino ad arrivare a confinare l’individuo all’interno delle mura domestiche e sviluppare un’agorafobia. Un brutto episodio di dissenteria (diarrea), mal di pancia o di mal di stomaco avvenuto in un luogo privo di bagni può portare una persona a controllare costantemente il suo stato fino a provocare uno stato di ansia che crea una colite nervosa, avverando così l’ipotesi infausta (vedi articolo L’ossessione di farsela addosso). Di solito si tenta di tamponare il tutto con antidiarroci o antispastici (anti spasmici) o evitando di bere bevande fredde, evitando di muoversi con mezzi altrui per essere sempre indipendenti nell’eventualità di dover fuggire in bagno, e quando ci si rende conto che il problema è diventato di natura psicologica si ricorre spesso ad ansiolitici e se ne parla con tutti preventivando la possibilità di doversi assentare. Allo stesso modo la richiesta di rassicurazioni a specialisti può far evolvere il disturbo in uno di tipo ipocondriaco o patofobico, ma anche l’attacco di panico può essere il risultato di un bisogno di controllo eccessivo. La necessità di controllare tutto può arrivare a voler tentare di controllare delle reazioni di paura che sarebbero legittime, normali ed utili alla sopravvivenza; quando questo avviene si assiste ad un paradosso psicofisiologico che i ricercatori del National Institute of Mental Health hanno osservato attraverso la visione tomografica e che reputano essere il meccanismo alla base dell’insorgenza di un attacco di panico. Tale cortocircuito è il risultato dello sforzo effettuato dalla mente razionale per controllare una reazione fisiologica sana attivatasi in risposta ad uno stimolo che genera paura (Sirigatti S., Stefanile C., Nardone G., Le scoperte e le invenzioni della psicologia, 2008). Come se non bastasse la paura del contagio, o la credenza che alcuni cibi siano pericolosi, possono porre le fondamenta per un disturbo alimentare; i tic, sintomo caratterizzante la sindrome di Tourette, in alcuni casi sono compulsioni spinte all’eccesso che hanno perso l’ossessione da annientare a causa dell’esercizio reiterato che le ha rese spontanee. Inoltre, quando l’ossessione riguarda la non accettazione di una parte del proprio corpo, fino a volerla modificare chirurgicamente, si può facilmente pensare ad un inizio di disturbo da dismorfismo corporeo, e anche comportamenti in cui un apparente dolore dà piacere, come tirare e strapparsi i capelli, la tricotillomania, o l’autolesionismo o l’onicofagia (mangiarsi le unghie) sono facilmente riconducibili ad una compulsione.

Spesso si pone una eccessiva enfasi quando ci si accorge della presenza dei rituali nei bambini, ma fenomeni del genere in età infantile sono spesso transitori e  scompaiono senza il bisogno di alcun intervento; anche il deficit da attenzione può essere riconducibile alla impossibilità di riuscire a concentrarsi per via dei rituali mentali che si devono svolgere e spesso la diagnosi di autismo viene data troppo facilmente a bambini che in realtà hanno un disturbo ossessivo-compulsivo.

Come si inizia ad intuire sono molteplici i disturbi che, sebbene abbiano un funzionamento differente, hanno una matrice ossessiva al loro interno e, senza voler paragonare riti e rituali religiosi e culturali al disturbo ossessivo-compulsivo, si può notare come le credenze sulle quali si basano queste pratiche siano spesso al centro dei temi di tali disturbi e come la preghiera sia il rituale prediletto dai religiosi per ingraziare il futuro, per espiare una colpa, o per prevenire una disgrazia, più in generale per rassicurarsi rispetto all’ignoto o per trarre piacere dal rapporto con il divino. All’interno delle religioni si sono addirittura strutturati dei sacramenti che hanno gli stessi scopi dei rituali degli ossessivi come la confessione, con conseguente assoluzione e penitenza per l’espiazione dei peccati. Non stupisce, pertanto, che la logica non ordinaria alla base del disturbo ossessivo-compulsivo sia proprio quella della credenza, che non significa solo credere in qualcosa e comportarsi come se quel qualcosa esistesse, ma è anche ciò che si costruisce come conoscenza attraverso i sensi. Per esempio si può temere che accada qualcosa di male ai propri cari ed iniziare a compiere il rito della preghiera mattutina in base a questa credenza; se ai propri cari non accade niente questo verrà attribuito alla preghiera, la quale inizierà a rivestire un potere magico e alimentare la credenza che pregando continuerà a non accadere niente di male e a sorbire il suo effetto benefico. La preghiera si trasforma così in un rituale compulsivo di tipo propiziatorio che, ripetuto, costruisce una credenza veicolante e sarà irrefrenabile, poiché se si smettesse di farlo accadrà sicuramente qualcosa di male ai propri cari (Nardone G., Balbi E., Solcare il mare all’insaputa del cielo, 2008).

La sensazione alla base del dubbio all’interno del disturbo ossessivo compulsivo è la paura, tuttavia ci sono dei disturbi di matrice ossessiva che sono basati sul piacere; solo per citarne alcuni, è il caso del vomiting e di tutti i disturbi alimentari, del gioco d’azzardo e della tricotillomania. Il vomiting è un disturbo alimentare la quale letteratura si trova principalmente all’interno dei lavori del CTS di Arezzo (Nardone G., Verbitz T., Milanese R., Le prigioni del cibo, 1999), vale a dire il piacere di mangiare e vomitare. Si è avvertita l’esigenza di creare un nuovo nome per un disturbo dal funzionamento ben differente rispetto a quelli descritti nel DSM come bulimia nervosa, bulimia con condotte di eliminazione e anoressia con condotte di eliminazione. All’interno dell’Istituto, infatti, si utilizza la metodologia della ricerca-intervento e si predilige un metodo di ricerca che parta dalle soluzioni che funzionano per arrivare alla spiegazione del problema. Seguendo questa modalità di intervento, ci si è accorti che le soluzioni messe a punto con successo per i disturbi quali anoressia e bulimia con condotte da eliminazione, da un certo periodo in poi non calzavano più per i disordini in cui era presente il sintomo del vomito. Questo ha portato a cercare nuove soluzioni che hanno svelato il meccanismo del vomito rivelando il piacere del rituale che lo vede protagonista, tanto che per provocarlo si arriva a fare a meno delle dita in gola poiché basta una spinta dei muscoli addominali e del diaframma. Non solo, a volte le vomitatrici, perlopiù donne, pervase dal dubbio di non aver vomitato tutto, vanno avanti nella pratica finché non vedono il primo cibo ingerito nell’abbuffata e vanno in crisi profonda qualora non riuscissero a farlo. Il piacere di mangiare e vomitare, pertanto, appare come una qualità emergente, non più collegato ha ciò che lo ha creato ma con un diverso funzionamento e una diversa strategia di soluzione.  Ma anche gli altri disturbi alimentari sono basati su sistemi percettivi-reattivi di matrice ossessiva; l’anoressia è il controllo estremo del cibo che porta a provare piacere per l’astinenza, il beinge-eating ha come strumento di controllo il digiuno che crea l’abbuffata, la bulimia le diete fallimentari.

Allo stesso modo, la persona affetta da tricotillomania si rende conto di avere questa mania, ma non riesce a controllarla, avverte un senso di ansia e tensione dentro che si allevia solo nel momento in cui strappa i capelli o i peli, momento in cui prova gratificazione e sollievo. Ma il culmine dei disturbi di matrice ossessiva basati sul piacere sono i comportamenti da dipendenza da gioco d’azzardo (gambling), nei quali il piacere di vincere si trasforma nel piacere derivante dal perdere e vincere nuovamente,  o le internet addiction, o la vigoressia (ossessione per lo sviluppo muscolare), lo stalking e tanti altri disturbi da dipendenza, disturbi che rasentano la perversione, nella quale dolore e piacere si uniscono.

Questo continuum di matrice ossessiva può raggiungere anche stati deliranti quali deliri amorosi, o deliri riguardanti il credere d’aver causato la morte di qualcuno tramite il pensiero o tramite atti non correlati in alcun modo con un avvenimento; in questi casi l’unico fattore discriminante che il DSM pone tra i disturbi psicotici e i disturbi ossessivi gravi è la mancanza di egodistonia, vale a dire l’incapacità del soggetto di giudicare ed esaminare la realtà in accordo con le credenze e le interpretazioni dell’ambiente sociale al quale si appartiene. Questa affermazione appare alquanto discutibile, soprattutto in un’ottica costruttivista, secondo la quale esistono tante realtà quante sono le persone che le osservano, inventandole.

Dr. Giulio De Santis

PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA

Specialista in

PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA

Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone

Coordinatore CTS – Bologna

Riceve a: Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto

Tel.: 3333763710 e-mail: desantisgiulio@gmail.com

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