La profezia che si autoavvera – di Giulio De Santis Psicologo a Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto

salt-lake-city-438726_1920(Dal film Matrix)

N- Lei è l’oracolo?

O- Azzeccato! Non sono proprio come te l’aspettavi, vero? Accomodati…e non ti preoccupare per il vaso.

N- Quale vaso?

(Neo si volta per cercarlo, sfiora un vaso con un braccio e lo fa cadere a terra rompendolo in mille pezzi)

O- Quel vaso!

N- Mi…mi dispiace…

O- Ti ho detto di non preoccuparti, lo farò riparare da uno dei miei bambini.

N- Ma come lo sapeva?

O- Oh… e scommetto che il prossimo pensiero che ti verrà in testa sarà: “L’avrei rotto ugualmente se non avesse detto nulla?”

  

Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”. Questo è quello conosciuto come Teorema di Thomas, in onore del sociologo americano William Thomas, colui che lo ha enunciato. Sulla base di questo assunto, un altro sociologo americano, Robert K. Merton, nel 1948 introdusse nelle scienze sociali lo studio di un fenomeno che denominò “Profezia che si autorealizza”, definendola “una supposizione o profezia che, per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità” (Merton, 1967). Ovviamente questo fenomeno si osserva solo se a pronunciare la profezia è una fonte considerata autorevole e attendibile, a prescindere dal fatto che lo sia davvero.

L’esempio più divertente è ciò che è avvenuto in California nel 1979 quando lo speaker di una radio divulgò per scherzo la notizia riguardo la imminente fine delle scorte di carta igienica; questa notizia spinse molte persone a comprare il prodotto che, nel giro di poco tempo, scomparve dai banconi dei supermercati. La stessa cosa avviene ogni volta che viene annunciata la possibile scarsità di benzina; tutti corrono a comprarla temendo che finisca, facendo così terminare le scorte delle stazioni in poche ore e trasformando una possibilità in certezza, una profezia in realtà.

Analogamente nelle relazioni sociali, se ci si aspetta che una persona sia fredda e scostante o socievole ed estroversa si tenderà ad assumere nell’interazione un atteggiamento che, con ogni probabilità, farà tendere la persona ad assumere tale modalità interattiva. Come si vedrà più avanti per la paranoia, se una persona è convinta che gli altri stiano complottando contro di lui e gli siano ostili, tenderà ad atteggiarsi con fare guardingo e sospettoso. Questo comportamento spingerà gli altri a difendersi e comportarsi con lui proprio nella maniera temuta, confermando le sue credenze. (Sirigatti, Stefanile, Nardone, 2008).

Le conseguenze di questo fenomeno possono essere sia positive, come nell’effetto Pigmalione, che negative. Gli astrologi, i “maghi” e le persone che credono o fanno finta di essere chiaroveggenti, conoscono bene questo problema poiché, anche se l’indovino è un falso, le sue predizioni errate possono facilmente diventare profezie che si autorealizzano, che sono “corrette” non perché predicono correttamente il futuro, ma perché la loro enunciazione lo modifica (Watzlawick, 1976). Così se l’astrologo prevede che maggio sarà un duro mese per l’acquario,  la persona che crede nell’oroscopo sicuramente si aspetterà questo e si comporterà “come se” la profezia sia corretta, cercherà dei segnali della sua veridicità e, ahìlei, chi cerca trova. La stessa cosa vale per una previsione positiva, con il risultato che si svilupperà la credenza che la propria vita e il proprio destino siano effettivamente scritti nelle stelle, principio alla base dell’oroscopo. La stessa cosa vale per chi crede nelle superstizioni o nei segnali di dio, un amuleto o un gatto nero diventeranno realmente capaci di influenzare la realtà, altrettanto potere avranno una benedizione o una maledizione e i fatti che avverranno, positivi o negativi, saranno ricondotti a segnali di dio o delle forze occulte.

Andando avanti con gli esempi ma spostando il campo, è noto che quando si diffonde su larga scala la notizia che una data azienda avrà dei profitti alti, le azioni di tale azienda salgono all’istante, non perché la predizione sia necessariamente vera, né perché i profitti siano stati già fatti, ma semplicemente perché molte persone penseranno che altre persone penseranno che le azioni saliranno e quindi le compreranno. Al contrario l’evasione può essere vista come una risposta ad un aumento delle tasse attuato per combatterla: se si trattano i cittadini “come se” fossero degli evasori, lo diventeranno.

Un esempio illuminante di profezia che si autoadempie citato dallo stesso Merton è il seguente: “Un mercoledì mattina del 1932, Cartwright Millingville va a lavorare. Il suo posto è alla Last National Bank ed il suo ufficio è quello del presidente. Egli osserva che gli sportelli delle casse sono particolarmente affollati per essere di mercoledì; tutte quelle persone che fanno dei depositi sono inconsuete in un giorno della settimana che è lontano da quello in cui si riceve lo stipendio. Millingville spera in cuor suo che tutta quella gente non sia stata licenziata e incomincia il suo compito quotidiano di presidente. La Last National Bank è un istituto solido e garantito. Tutti lo sanno, dal presidente della banca agli azionisti a noi. Ma quelle persone che fanno la coda davanti agli sportelli delle casse non lo sanno; anzi, credono che la banca stia fallendo, e che se essi non ritirano al più presto i loro depositi, non rimarrà loro più nulla; e così fanno la fila, aspettando di ritirare i loro risparmi. Fintanto che l’hanno solo creduto e che non hanno agito in conseguenza, hanno avuto torto, ma dal momento che vi hanno creduto e hanno agito in conseguenza, hanno conosciuto una verità ignota a Cartwright Millingville, agli azionisti, a noi. Essi conoscono quella realtà perché l’hanno provocata. La loro aspettativa, la loro profezia si è avverata; la banca è fallita.” (Merton, 1971).

Sono numerosi i miti che rispecchiano questo fenomeno, un esempio è la caduta di Troia: a causa di una profezia che ritiene Paride il responsabile della caduta di Troia, il padre Priamo lo abbandona, causando una serie di vicende che portano effettivamente alla distruzione di Troia; nel teatro inglese il Macbeth di Shakespeare si basa su una profezia che porterà tutti i protagonisti a comportarsi in maniera tale che si autoavveri. Anche nella cinematografia moderna, infine, gli esempi e i riferimenti sono pressoché infiniti; nel primo della serie “Matrix”, film cult dell’inizio di questo millennio già citato in precedenza, il protagonista si reca da un oracolo che nel discorso gli dice di non  preoccuparsi per il vaso. Egli si gira intorno per capire a cosa si stia riferendo e nel farlo urta un vaso che cade in terra e si rompe. Alla sua domanda riguardo come potesse sapere che avrebbe urtato il vaso l’oracolo risponde con un’altra profezia: “La tua prossima domanda sarà – L’avrei rotto ugualmente se non avesse detto niente?”

In ambito clinico, molte persone si presentano in prima seduta con un disturbo da attacchi di panico raccontando come il tutto sia iniziato nel momento in cui, durante il controllo della pressione risultata alta, il medico disse loro: “Attenzione, se continua così le verranno gli attacchi di panico!”. Ugualmente in terapia strategica in genere si evita di lavorare direttamente con ragazzini al di sotto dei quattordici anni, si preferisce invece eleggere i genitori a coterapeuti, poiché un loro coinvolgimento diretto li etichetterebbe come persone che hanno un problema, creandolo.

Ma l’esempio più eclatante del fenomeno della profezia che si autoavvera si riscontra nelle patologie cliniche che funzionano attraverso credenze. Il paranoico, per esempio,  è la persona che pensa che gli altri ce l’abbiamo con lui, che lo stiano giudicando o rifiutando, pertanto si relaziona con le persone con aria di chi si difende o di chi è aggredito; le persone intorno a lui si irrigidiscono di conseguenza, turbate dal modo di fare inquietante dovuto alla sua particolare credenza; questo appare lampante al paranoico il quale, osservando l’irrigidimento degli altri, ha la conferma al suo sospetto, che si trasforma così in certezza.

Ha appena inventato una realtà sulla base di una credenza.

Merton, R. K., Social theory and social structure. New York: The Free Press, 1967

Merton, R.K. “La profezia che si autoavvera”, in Teoria e Struttura Sociale, vol. II. Il Mulino, Bologna, 1971

Sirigatti S., Stefanile C., Nardone G., “Le scoperte e le invenzioni della psicologia”, Milano: Ponte Alle Grazie, 2008

Watzlawick, P. (1976). How real is real? Confusion disinformation, communication. New York: Random House (trad. it La realtà della realtà, comunicazione, disinformazione, confusione, Astrolabio, Roma, 1976

Dr. Giulio De Santis

PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA

Specialista in

PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA

Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone

Coordinatore CTS – Bologna

Riceve a: Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto

Tel.: 3333763710 e-mail: desantisgiulio@gmail.com

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  1. […] procureremo noi, in realtà significa che temono che loro non siano capaci con conseguente effeto profezia che si autoavvera . Possibili problemi derivanti da tale comportamento: problemi scolastici, delusioni amorose che […]

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