La comunicazione degli ossessivi – di Giulio De Santis, Psicologo a Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto
Spesso sono considerate solo delle persone pignole, ai meno tolleranti suscitano rabbia e frustrazione, ma più di ogni altra persona sono loro stessi a sentirsi morsi dal cappio della dipendenza a una compulsione che non si può evitare di mettere in atto. Quante volte abbiamo conosciuto persone che vogliono finire una loro frase iniziata ma poi interrotta a causa dello scarso interesse che l’argomentazione suscita negli altri? Ma loro no, devono finire quella frase e assicurarsi che tutti abbiano capito quello che volevano dire o chiedono e richiedono mille volte la stessa cosa ripetendola come se non fossimo capaci di capire al primo colpo! Non importa se a nessuno interessa quello che volevano dire o se è una cosa talmente banale che non andrebbe neanche spiegata, non importa neanche che la persona sia stata interrotta appositamente per questo motivo: anche dopo 10 minuti in cui si sono affrontati altri tipi di discorsi loro ritornano su quello per assicurarsi che tutti sappiano il loro punto di vista, anche se si è cambiato argomento o discussione. A volte lo fanno solo per riempire degli imbarazzi dovuti alla mancanza di affermazioni, cercano di ripetere sempre la stessa cosa pur di non affrontare l’imbarazzo del silenzio, a volte invece sono talmente abituati a ripetere la stessa frase e le stesse argomentazioni che neanche si accorgono di risultare odiosi e a dir poco logorroici e prolissi. Chi vorrebbe avere a che fare con persone del genere? Per non parlare della richiesta di rassicurazioni – “Dimmi che non è vero!” “Farò bene a fare così?” – Sono persone che in genere tendono a parlare anche molto di loro stessi, dei loro problemi e delle loro difficoltà nei rapporti con l’altro sesso, il tutto condito da una connotazione di lamentela e un tono da nenia che le etichettano come persone “lagnose”. Ma se nonostante questo riusciamo ad avere comunque a che fare con loro, non potremmo mai superare la loro incapacità di ascoltare gli altri. Pretendono attenzione quando parlano, ma quando parla l’altro pensano solo a quello che hanno dimenticato di dire o a quello che vorrebbero ancora dire, come se fossero in costante dialogo con loro stessi e l’altro fosse solo uno spettatore passivo al quale ogni tanto concedono di dire qualche parola, rigorosamente senza ascoltare.
Per ovvie ragioni sono persone sole e anche per questo quando sono con qualcuno ripetono le stesse cose allo sfinimento e parlano per ore, il loro bisogno di essere ascoltati aumenta negli altri la voglia di non farlo, perché quando si parla con loro non c’è uno scambio, il dialogo si trasforma infatti in un monologo durante il quale sciolinano argomentazioni che oscillano tra il serio e il faceto dando all’autocommiserazione il ruolo da protagonista di un’elegia degna di un poeta d’altri tempi.
Cosa fare per aiutarli senza sembrare antipatici? Semplice, quando cercano di riprendere il loro discorso basta non ascoltarli e parlare di altro, salvo poi continuare ad essere gentili con loro, in modo tale che capiscano che teniamo a loro ma al tempo stesso non li ascoltiamo se si comportano da ossessivi; quando chiedono rassicurazioni basta rispondere con la frase “secondo te?” quando si ha l’impressione che non ci stanno ascoltando basta smettere di parlare e iniziare a fare altro, saranno loro a rincorrerci; infine, quando ci parlano dei loro problemi, li si può prendere in giro bonariamente, facendo magari anche dell’autoironia così da spostare il discorso su qualcosa che possono apprezzare.
Questi sono solo alcuni degli stratagemmi che possiamo mettere in atto per fronteggiare la comunicazione con un ossessivo e renderla meno frustrante: più ci impegniamo a cambiare noi stessi e più cambiamo gli altri.
Bibliografia
Nardone G., Portelli C., Ossessioni, compulsioni, manie. Capirle e sconfiggerle in tempi brevi. Milano: Ponte alle Grazie, 2013
Nardone G., Paura, panico, fobie. La terapia in tempi brevi. Milano: TEA
Nardone G., De Santis G., Cogito ergo soffro. Milano: Ponte alle Grazie, 2011
Dr. Giulio De Santis
PSICOLOGO – PSICOTERAPEUTA
Specialista in
PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA
Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone
Coordinatore CTS – Bologna
riceve a Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto (AP)
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