Attacchi di Panico, aiuto! Dove vado? Di Giulio De Santis, Psicologo a Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto
Spesso considerati una condanna irrisolvibile, la prima soluzione che viene in mente a chi soffre di attacchi di panico è rivolgersi al proprio medico curante. A questo punto i possibili esiti sono i seguenti:
1)Il medico dice che non bisogna preoccuparsi, non è niente, è “solo” tutto nella testa, bisogna stare calmi;
2)Il medico prescrive uno psicofarmaco e sconsiglia di rivolgersi ad uno psicologo, psicoterapeuta, o psicoanalista “tanto non serve a niente… magari dopo la cura farmacologica…”;
3)Il medico consiglia di rivolgersi ad uno psichiatra che molto probabilmente somministrerà uno psicofarmaco, a meno che non sia anche psicoterapeuta, in quel caso la scelta spetta a lui;
4)Il medico consiglia di rivolgersi ad uno psicologo;
5)Il medico consiglia di rivolgersi ad uno psicoterapeuta;
6)Il medico consiglia di rivolgersi ad uno psicoanalista;
Ma chi sono queste figure? Tenterò di spiegarlo brevemente:
Il medico è colui che si è laureato in medicina (in genere 6 anni), può scegliere di lavorare come medico di base o specializzarsi in un’area medica specifica come cardiologia, urologia, psichiatria ecc. diventando così cardiologo, urologo, psichiatra ecc. (in genere ulteriori 3 anni) o anche di specializzarsi in psicoterapia e diventare psicoterapeuta (ulteriori 4 anni) o entrambe le cose;
Lo psicologo è colui che si è laureato in psicologia (in genere 5 anni), oppure in rari casi è un filosofo diventato psicologo attraverso una sanatoria: ha due scelte, può lavorare come psicologo superando l’esame di Stato e iscrivendosi all’Albo dopo un anno di tirocinio, abilitandosi così a svolgere attività di consulenza, riabilitazione, diagnosi e sostegno senza poter curare direttamente patologie cliniche, oppure diventare psicologo attraverso un anno di tirocinio e l’iscrizione all’Albo e diventare poi psicoterapeuta (ulteriori 4 anni). Non è abilitato a prescrivere psicofarmaci;
Lo psicoterapeuta è un medico o uno psicologo, o anche uno psichiatra o un medico, anche specializzato in un’area medica qualsiasi che ha svolto i 4 anni di formazione in un una delle tante differenti scuole di psicoterapia esistenti, ognuna delle quali offre l’insegnamento di metodi e tecniche particolari che permettono di risolvere patologie legate a disordini mentali senza l’ausilio degli psicofarmaci. Tuttavia, nel caso di un medico psicoterapeuta, lo specialista può decidere se utilizzare psicofarmaci come terapia principale, di supporto alla psicoterapia, o se non utilizzarli affatto. I metodi, profondamente differenti tra loro e impossibili da descrivere in questa sede, si collocano all’interno di 8 paradigmi principali e possono essere orientati ad una soluzione del problema a lungo termine o a breve termine:
1)Il paradigma psicodinamico (all’interno del quale si colloca la psicoanalisi)
2)Il paradigma comportamentale
3)Il paradigma espressivo corporeo
4)Il paradigma sistemico-relazionale
5)Il paradigma cognitivista
6)Il paradigma umanistico-esistenziale
7)Il paradigma interazionale strategico
8)Il paradigma eclettico
Per un ulteriore approfondimento si invita a consultare il Dizionario Internazionale di Psicoterapia a cura di Giorgio Nardone e Alessandro Salvini edito da Garzanti nel 2013;
Lo Psicoanalista è un medico o uno psicologo, o anche uno psichiatra o un medico specializzato in un’area medica qualsiasi che ha svolto i 4 anni di formazione in una delle scuole di specializzazione che seguono un orientamento psicoanalitico, che si colloca all’interno del paradigma psicodinamico. A seconda del tipo di approccio può trattarsi di uno psicoanalista freudiano, junghiano, lacaniano ecc. quindi non tutti gli psicoanalisti utilizzano lo stesso metodo. Sono in genere percorsi a lungo termine;
Lo psichiatra è colui che, dopo essersi laureato in medicina, si è specializzato in psichiatria e in genere tende a curare le patologie psicologiche attraverso l’utilizzo degli psicofarmaci, a meno che non sia ulteriormente specializzato in psicoterapia, in questo caso abbiamo a che fare con un medico psichiatra psicoteraputa o psicoanalista. In questa eventualità è lo specialista stesso che decide se avvalersi dell’utilizzo degli psicofarmaci come terapia principale, di supporto alla psicoterapia, o se non utilizzarli affatto;
RIASSUMENDO: Lo psicologo è un laureato in psicologia abilitato all’esercizio attraverso l’iscrizione all’Albo e un anno di tirocinio, può svolgere riabilitazione psicologica, diagnosi e sostegno; lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria, in genere cura con psicofarmaci, lo psicoanalista è uno psicologo o un medico, anche specializzato in una qualsiasi area medica, ulteriormente specializzato in tecniche di psicoterapia legate alla psicoanalisi (può essere freudiano, junghiano, lacaniano ecc.), generalmente approcci a lungo termine, se è anche medico può scegliere se utilizzare psicofarmaci o no. Lo psicoterapeuta può essere uno psicologo specializzato in psicoterapia, un medico specializzato in psicoterapia o un medico, anche specializzato in qualsiasi area medica (quindi può essere anche uno psichiatra) ulteriormente specializzato in una scuola di psicoterapia che segue uno degli 8 paradigmi sopraelencati (nel caso del paradigma psicodinamico è uno psicoanalista); se è anche medico può scegliere se utilizzare psicofarmaci o no. Lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria che cura principalmente attraverso gli psicofarmaci, può essere anche psicoterapeuta se specializzato ulteriormente, in questo caso può scegliere se utilizzare psicofarmaci o no.
Quindi:
Quando avete a che fare con un medico sapete che si è laureato in medicina, se vi presentate a lui per un consulto riguardante un problema psicologico vi prescrive un farmaco oppure vi invia da un’altra figura
Quando avete a che fare con uno psicologo sapete che ha svolto un percorso universitario quinquennale e un anno di tirocinio per iscriversi all’Albo, può fare consulenza, riabilitazione, diagnosi e sostegno
Quando avete a che fare con uno psicoterapeuta chiedete sempre se è uno psicologo o un medico e se è un medico chiedete se è anche psichiatra. Chiedete anche che tipo di paradigma segue e quale tipo di approccio all’interno del paradigma ed informatevi bene sul tipo di approccio prima di fissare un appuntamento. Se è uno psicologo-psicoterapeuta non utilizzerà di certo psicofarmaci, se è un medico psicoterapeuta (magari anche psichiatra o specializzato in una qualunque delle aree mediche), può decidere se utilizzare psicofarmaci o no.
Quando avete a che fare con uno psichiatra sapete che vi curerà attraverso l’utilizzo degli psicofarmaci, a meno che non sia anche psicoterapeuta, in quel caso può decidere lui se utilizzarli o no per risolvere un problema di carattere psicologico, informatevi in caso sul tipo di psicoterapia utilizzato
Quando avete a che fare con uno psicoanalista si tratta in genere di terapia a lungo termine, se volete intraprendere il percorso informatevi sull’orientamento psicoanalitico specifico e chiedete se è uno psicologo psicoanalista o un medico psicoanalista, in quest’ultimo caso può decidere lui se utilizzare psicofarmaci o no.
Analizziamo cosa accade in ogni caso:
1)Nel caso in cui il medico dia la classica risposta “Non è niente, è tutto nella testa, bisogna stare calmi, sei tu che crei tutto”, oltre all’imbarazzo talvolta presente per aver dichiarato una così personale difficoltà ad uno specialista, compare la frustrazione di non essere capiti e la conferma che non ci sia nulla da fare per uscire da un disturbo così invalidante. Se le situazioni in cui compaiono gli attacchi di panico sono prevedibili probabilmente si sceglierà di evitarle, facendo evolvere il disturbo in una fobia, se sono imprevedibili ci si rassegnerà ad affrontare tutto con la paura della paura, vivendo una vita con una spada di Damocle, la condanna del fulmine a ciel sereno che può arrivare da un momento all’altro
2)Nel caso in cui il medico prescriva il farmaco facendo le veci dello psichiatra, i probabili sviluppi sono due: il farmaco funziona oppure non funziona. Nel primo caso si torna dal medico e in genere il medico contento rassicura il paziente che chiede cosa deve fare ora, se continuare a prenderli oppure no, a questo punto il medico può ritenere opportuno diminuire gradatamente o consigliare di continuare a prenderli finché lo ritiene necessario, ma non ha le competenze per valutare l’evolversi di una psicopatologia perché non è stato formato per questo. Se si risolve il problema e si eliminano i farmaci la terapia sarà andata a buon fine, ma il paziente non sarà guarito per una sua esperienza personale che gli ha fatto cambiare il modo di vivere, ma per l’assunzione di una sostanza artificiale esterna, non si sono sfruttate le risorse del paziente ma il cambiamento si regge sull’assunzione di un farmaco, le “lenti” con cui si guarda il mondo sono le stesse. Nel secondo caso o si cambia farmaco fino a quando non si trova quello migliore, con tutti i rischi che derivano dall’assumere sostanze che alterano l’equilibrio psichico, oppure si invia ad un altro specialista
3)Nel caso in cui il medico invii ad uno psichiatra non psicoterapeuta né psicoanalista la terapia sarà in genere solo farmacologica
4)Nel caso in cui il medico invii ad uno psicologo, l’evoluzione sarà un colloquio clinico in cui verrà spiegato che le sedute saranno volte a diagnosi e sostegno attraverso ulteriori colloqui e/o l’utilizzo di test
5)Nel caso in cui il medico invii da uno psicoterapeuta o psicoanalista non medico ci si deve aspettare che egli utilizzi uno degli approcci all’interno dei paradigmi di cui abbiamo parlato precedentemente, non aspettatevi farmaci ma tecniche e percorsi terapeutici diretti ad ottenere un cambiamento attraverso esperienze e rielaborazioni personali ottenute in modalità del tutto differenti a seconda dell’approccio terapeutico di riferimento. Valutate se preferite provare un approccio a lungo o a breve termine e non abbiate paura di chiedere informazioni allo psicoterapeuta riguardo le modalità di funzionamento del suo specifico approccio, nonché i costi e i tempi medi per la risoluzione delle patologie.
Spero che questo articolo aiuti più gente possibile ad orientarsi all’interno del mondo delle psicopatologie e chi soffre di attacchi di panico a fare la scelta giusta rispetto ai suoi bisogni e alle sue necessità.
Personalmente l’approccio che applico per la risoluzione delle psicopatologie e che è attualmente il miglior candidato per ottenere il best practice per i disturbi fobici e da attacchi di panico è la Psicoterapia Breve Strategica del Prof. Giorgio Nardone.
Buona scelta,
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Dr. Giulio De Santis
Psicologo – Psicoterapeuta – Specialista in
PSICOTERAPIA BREVE STRATEGICA
Affiliato al CTS di Arezzo diretto dal Prof. Giorgio Nardone
Coordinatore CTS Bologna riceve a:
Milano, Bologna, San Benedetto del Tronto
Tel. 3333763710 e-mail: desantisgiulio@gmail.com
Una invidiabile capacità di sintesi, unita ad una pregevole abilità espositiva. Complimenti
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Grazie, sono lusingato
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